Sommario:
 
        CENTRO
        DE CITTADINANZA. RELAZIONE SUL PROCESSO DI RICOSTRUZIONE
        L'Avvocatessa
        Del CIR Joenia ha consegnato al Ministro lettera di denuncia sulla
        situazione della salute tra gli indios 31 maggio 2006
        
Lettera
di Mário Nicácio (CIR)
Boa Vista maggio 2006
Lettera
di Carlo Zacquini 20 marzo 2006
Notizia
della Folha de Boa Vista del 16 marzo 2006.
Polícia
Federal apreende armas em fazenda próxima à aldeia invadida
14/3/2006
Aldeias
da Raposa Serra do Sol temem novas invasões
13.03.2006
        Lettera
        di Suor Leta 12 marzo 2006
Il
governo brasiliano caccia Sydney Possuelo, antropologo amico degli indios.
Marzo 2006
Documento
finale della 35° assemblea dei popoli indigeni Roraima febbraio 2006 (file
        pdf)
        

        CENTRO
        DE CITTADINANZA. RELAZIONE SUL PROCESSO DI RICOSTRUZIONE
        Boa Vista (RR) abril 2006
        
        
        Nel momento in cui Nós Existimos prende forma di Movimento, dopo
        essere stato Campagna per il periodo di un anno, scopre necessità che
        fino ad ora non aveva sentito. Emerge in primis quella di avere uno
        spazio fisico proprio, una sede, non solo per accogliere le strutture
        stesse del Movimento, ma anche quelle degli Enti Promotori che lo
        desiderino.
        Obiettivo del Progetto
        Il progetto intendeva soddisfare la necessità: delle organizzazioni
        promotrici del Movimento, che a loro volta rappresentano la società
        civile organizzata di Roraima, di unirsi, articolarsi tra di loro e
        organizzare meglio le loro attività , con l'obiettivo di:
        1) Unire fisicamente gli enti promotori del Movimento Nós Existimos
        attorno ad uno stesso spazio fisico e ad un ideale di lotta, per mezzo
        di azioni concrete, contro la disuguaglianza e la corruzione.
        2) Di fronte alla condizione di esclusione di gruppi sociali,
        manipolazione della società, emarginazione di minoranze, cooptazione di
        leaders e corruzione di organi pubblici, ottenere una maggior visibilità
        sociale, mostrando così la forza, l'unione e l'organizzazione della società
        civile.
        3) Far sì che gruppi, movimenti e sindacati possano avere uno spazio
        fisico adatto per incontri e lavoro, facilitando così le loro attività. 
        4) Creare uno spazio di studio che renda possibile ai giovani di
        famiglie povere l'accesso all'università e al mercato del lavoro con possibilità
        di successo: il corso di preparazione solidale all'esame di ammissione
        all'università, le cui aule sono previste nel Centro di Cittadinanza
        Nós Existimos.
        Alla ricerca dell'Edificio
        In accordo con la Diocesi di Roraima, entità promotrice del
        Movimento, fu deciso che questa avrebbe ceduto in regime di comodato uno
        dei suoi edifici nel centro della città di Boa Vista per questo fine.
        In un primo momento, l'edificio assegnato fu quello che per molti anni
        era stato l'Ospedale Nostra Signora di Fatima, ma visitandolo, si
        constatò che il pessimo stato di conservazione avrebbe richiesto una
        grande spesa per poterlo recuperare.
        Nello stesso quartiere, si trova la vecchia residenza delle suore
        Benedettine, successivamente delle suore Missionarie della Consolata e
        in tempi più recenti delle suore Apostole di Cristo. Quest' edificio,
        anche se abbandonato da alcuni anni, non era così fatiscente come
        quello del vecchio ospedale. Dopo averne parlato con le autorità
        diocesane, padre Edson Damian e diacono Augusto Monteiro, fu deciso che
        questo sarebbe stato lo spazio destinato al Movimento Nós Existimos.
        Alla Ricerca di Fondi.
        Fino a quel momento, il Movimento non aveva avuto alcun sostegno
        finanziario per far fronte ad un'opera di questa portata. Il Centro di
        Cittadinanza era un sogno lontano, più che una realtà possibile. Un
        ingegnere aveva già fatto un primo preventivo dell'opera, ma talmente
        generale e incompleto che non venne neppure preso in considerazione.
        Furono quindi effettuate tre nuove stime che mostrarono più
        chiaramente l'ammontare dell'opera in termini economici. Sarebbero stati
        necessari approssimativamente 350 mila reais per affrontare il progetto.
        Fin dall'inizio della Campagna, il Comitato pro Roraima di Torino (CO.RO)
        si è reso disponibile a collaborare in tutto ciò che sarebbe stato
        necessario per la vita e le attività del Movimento. Sono stati loro ad
        assumersi la prima e maggior responsabilità nella ricerca dei fondi per
        la costruzione del Centro di Cittadinanza ed è grazie a loro se oggi
        esso è una realtà. Ciò che il CO.RO non è riuscito a raggiungere, è
        stato donato dall'Istituto Missioni Consolata che ha sostenuto e
        incentivato fin dall'inizio le attività di Nós Existimos.
        Primi passi
        L'ingegnere che volontariamente ha seguito l'opera, Marta Alvares dos
        Santos, ha preparato i primi piani, modificati poi varie volte nei mesi
        successivi, in base alle esigenze che scaturivano o agli ampliamenti che
        si rendevano necessari per raggiungere gli obiettivi.
        Poco alla volta i fondi stavano arrivando e verso la metà del 2004
        abbiamo dato inizio alle opere. Si prevedeva di realizzarle in sei mesi
        se tutto fosse andato bene, ma nel nostro caso i fondi stavano arrivando
        poco alla volta, e le opere sono finite solo in marzo di quest'anno,
        pochi giorni prima dell'inaugurazione ufficiale.
        Presente e futuro
        Ancor oggi, il Centro di Cittadinanza è più un progetto che una realtà.
        La prima parte, che per un lungo periodo ha occupato molto del nostro
        tempo, la costruzione fisica dello spazio, è pronta. Adesso viene la
        prova del fuoco. Far sì che il Centro di Cittadinanza sia spazio di
        incontro e condivisione, vocazione per la quale è nato.
        Il nostro obiettivo ora sarà ottenere che la cittadinanza (possesso
        e uso dei diritti civili e politici) di Roraima dia vita a questo edificio,
        che almeno una parte della cultura, del pensiero e delle organizzazioni
        della società di Roraima, passi per i suoi corridoi e stanze.
        Sono molti i progetti di sviluppo sociale, culturale ed economico che
        sogniamo, associati al Movimento Nós Existimos e al Centro di
        Cittadinanza, sono tutte azioni che intendono rafforzare
        l'organizzazione sociale di Roraima: formazione sociale e politica;
        appoggio ai gruppi di economia solidale e produzione di reddito;
        programma di microcredito solidale; appoggio ad iniziative
        culturali;corsi con diversi contenuti, ecc. Speriamo e desideriamo che
        il Centro di Cittadinanza si trasformi in un fuoco di irradiazione
        sociale e culturale, uno spazio aperto, plurale, libero e democratico
        nel quale la società abbia voce.
        Infine vorrei ringraziare tutti gli amici del CO.RO e tanti altri che
        credono in noi e ci hanno aiutati a dar forma e forza a questa idea. A
        tutti voi il nostro più sincero ringraziamento per l'aiuto che ci date
        nel lavorare per un Roraima migliore per tutti.
        Rispettosamente
        João Carlos Martinez, imc Coordinatore Nós Existimos
        Inizio pagina
        

        L'Avvocatessa
        Del CIR Joenia ha consegnato al Ministro lettera di denuncia sulla
        situazione della salute tra gli indios. 
        Tra le altre cose Joenia ha citato la situazione di
        rischio del popolo yanomami che pone a rischia la vita di 15000 indios.
        Lettera
        consegnata al Ministro del Governo Lula da Joenia
        Il
        CIR per mezzo di questa lettera espone la situazione drammatica della
        salute presso gli indios. Vi sono a Roraima due distretti sanitari: il
        primo per l'attendimento della popolazione yanomami, il secondo per la
        Raposa Serra do Sol.
        Nell'Area
        Yanomami per la mancanza di fondi nei programmi di salute, constatiamo
        un aumento della malaria e di altre malattie che decimano la
        popolazione.
        L’
        invasione dei garimpeiros è una ulteriore causa di malattie.
        Nel
        Distretto di Raposa mancano strumenti diagnostici per il controllo della
        malaria e delle altre malattie.
        Inoltre
        le infrastrutture basiche di rifornimento dell'acqua sono assolutamente
        carenti e ciò provoca un aumento delle malattie
        nonostante
        gli innumerevoli progetti per la costruzione di ambulatori, quelli
        attualmente esistente furono costruiti dalle comunità, spesso senza le
        necessarie condizioni di igiene e di infrastrutture auspicabili e
        necessarie anche per la sistemazione dell'equipe medico infermieristica.
        Si
        registra una situazione di carenza alimentare soprattutto tra i bambini
        dovuta al fatto che i programmi governativi come Fame Zero e Altri, a
        sostegno dell'alimentazione, nelle aree indigene non hanno avuto
        attuazione.
        L'appello
        è che le Autorità competenti federali prendano provvedimenti.
        Inizio pagina
        

        
        
        
        
        
        
        
        
        
        
        
        
        
        Inizio pagina
        

        Lettera
        di Mário Nicácio
        (CIR) Boa Vista maggio 2006
        Amica
        Silvia,
        dichiaro
        che il coordinamento della campagna di ricostruzione funziona con la
        seguente equipe : Diocesi di Roraima (Bispo D. Roque), Conselho indigena
        de Roraima (Mario Wapichana) e Missionari della Consolata (Suor Leda).
        Tutte le informazioni circolano tra tutte le entità che sono coinvolte
        nella ricostruzione fisica ed educativa di Surumu.
        Putroppo,
        nei primi mesi non abbiamo avuto successo in questa comunicazione, per
        le minacce subite dai leader della campagna, ma ora siamo in costante
        comunicazione.
        Confermo
        anche l'arrivo dei 7000 euro dall'Italia, equivalenti a circa R$
        16.000,00. Purtroppo il cambio qui a Boa Vista è più basso. Il
        finanziamento sarà utilizzato per una parte della ricostruzione fisica
        e per il pagamento di un ingegnere civile che accompagni l'opera.
        Fortunatamente il lavoro procede bene, anche se ci sono vari movimenti
        antiindigeni nel momento in cui si stanno espellendo gli invasori.
        Continuiamo ad usare due conti diversi, uno della diocesi di Roraima e
        l'altro del CIR (Conselho Indigena de Roraima): conto 48435-1 Banco do
        Brasil di cui sono responsabile, informando l'arrivo dei finanziamenti e
        pianificando le spese per le attività riferentesi al Centro Indigeno
        Surumu. I due conti rimangono separati per facilitare il controllo tra
        le entità, ma sono tutti responsabili di sottoporre i conti e altre
        informazioni alle comunità indigene come al coordinamento (Vescovo e
        coordinatore del CIR).
        Spero
        di averti dato le informazioni necessarie per la vostra comprensione e
        ringrazio per l'attenzione. 
        Mário
        Nicácio
        Inizio pagina
        

        Lettera
        di Carlo Zacquini 20 marzo 2006
        Alcune
        parole che ho detto il 16 u.p., durante la Riunione Straordinaria del
        Consiglio Distrettuale di Sanitá Yanomami e Ye'kuana, alla quale ho
        partecipato come rappresentante della Diocesi di Roraima..
        C'é
        molto disanimo tra gli utenti, il personale tecnico e le entitá che
        hanno stipulato una convenzione(contratto).
        Mi farebbe piacere poter dire che noi, quí presenti, possiamo risolvere
        i problemi sanitari dei popoli Yanomami e Ye'kuana. Non posso!
        Sono convinto che i problemi saranno risolti solo quando, finalmente,
        qualcuno del Governo Federale, comincerá a udire quel che si dice qui
        da molto tempo. Quando le convenzioni (contratti) saranno firmate tra
        enti affidabili; é inutile cambiare gli enti che fanno le convenzioni
        quando l'altra parte (organo Federale incaricato della Sanitá indigena)
        non é affidabile.
        Qualsiasi ente voglia assumere queste convenzioni, o lo fa perché é
        molto legato ai popoli indigeni, o perché crede che ci guadagnerá
        soldi o prestigio. É una considerazione che puó sembrare crudele, ma
        che mi pare onesta e é sincera. Gli stessi enti che sono legati ai
        diritti umani, e agli interessi degli indigeni, sono in una situazione,
        nella quale si chiedono se ha ancora senso continuare a fare convenzioni
        con un organo che esige, giustamente, la realizzazione degli impegni
        presi, ma si sente totalmente libero di non compiere i suoi obblighi; un
        organo che fa solo esigenze e non ascolta i beneficiari dell'assistenza
        sanitaria, i contrattati e i tecnici che eseguono le azioni (medici,
        infermieri, ...), senza parlare di alcuni responsabili locali (membri
        dell'organo Federale - FUNASA) che concordano con questa visione e
        soffrono perché sentono che non sono rispettati dalle loro istanze
        superiori.
        Queste convenzioni, nel modo in cui funzionano, sono una forma di
        schiavizzare i contrattanti. Non é possibile portare avanti un lavoro
        serio quando chi decide é una parte sola.
        La Funasa paga quando vuole, come vuole e quanto vuole. Chi sta in
        questa lotta, si sente umiliato e impotente!
        La Funasa sta dimostrando che non é affidabile.
        Se si sommano le cose, e si considerano anche le azioni tra gli indios
        della FUNAI e della Polizia Federale, il panorama dell'azione del
        Governo Federale é di una irresponsabilitá difficile da descrivere e
        impossibile da accettare: questo senza guardare oltre, negli altri Stati
        Brasiliani  nei quali ci sono popolazioni indígene, e nei quali la
        situazione é simile o anche peggiore; specialmente perché non c'é in
        tutti gli stati la stessa attuazione e tradizione di indigenismo che c'é
        in Roraima.
        Se alcuni enti non vogliono assumere, non é perché hanno paura, o non
        sanno come fare, ....
        Inizio pagina
        

        Notizia
        della Folha de Boa Vista del 16 marzo 2006.
        La
        Polizia civile ha mandato degli uomini alla Villa di Surumu per
        preservare l'ordine durante i giorni della festa patronale (16-19
        marzo). Tale festa è stata organizzata dal Municipio di Pacaraima e
        dalla Vila di Surumu. Quest'anno la festa è stata ribattezzata
        "Festa della Liberazione della Vila di Surumu" in una chiara
        presa di posizione contro il termine del 15 Aprile dato dal Presidente
        Lula per lasciare l'Area omologata per gli indios.
        Si temono quindi azioni di forza contro gli indios e i missionari.
        
        RUMORES DE CONFLITO 
        Polícia Civil envia
        grupo para Surumu
        Tiana Brazão
        Com os “Festejos de
        Libertação” na Vila Surumu, no Município de Pacaraima, e os rumores
        de conflito por conta das divergências relacionadas à homologação da
        terra indígena Raposa Serra do Sol, o Ministério Público solicitou
        apoio da Polícia Civil para garantir a segurança dos moradores.
        
        
        Na tarde de ontem, um
        grupo de 15 homens do Dopes (Departamento de Operações Especiais),
        coordenado pelo delegado Daniel Ferreira, se deslocou até a localidade
        para realizar o policiamento ostensivo durante os três dias de festejo,
        que começam hoje e terminam domingo, 19.
        
        
        A solicitação do
        Ministério Público tem como objetivo evitar que ocorram atos de
        vandalismo nas escolas e igrejas, como ocorreu no ano passado, quando
        dois prédios da Missão Surumu foram incendiados e pessoas agredidas
        por conta das divergências entre grupos contrários e favoráveis à
        demarcação.
        
        
        Segundo o delegado
        Daniel Ferreira, os policiais estarão de prontidão para garantir a
        ordem no local, realizando revistas e diligenciando durante os dias de
        festa. “Existem rumores de que os atos de vandalismo seriam mais
        intensos este ano”, disse.
        
        
        Os policiais saíram
        de Boa Vista por volta das 16h com retorno previsto para a manhã de
        segunda-feira, 20. Isto se a festa ocorrer com tranqüilidade.
        
        
        MOTIVOS -
        A festa, que durante 60 anos foi realizada em comemoração ao padroeiro
        da cidade, São José, vai acontecer a partir de hoje e só terminará
        no domingo, 
        19. A
        Prefeitura de Pacaraima e a administração da Vila organizaram todo o
        evento. 
        
        
        Este ano, o evento
        recebeu o nome de “Festejos da Libertação da Vila Surumu”, que
        pode estimular a resistência dos que não têm pretensão de deixar o
        local com o término do prazo (15 de abril) para desocupar a área, que
        foi homologada pelo presidente Lula da Silva. 
        
        
        A mudança de nome do
        festejo foi entendida pelos favoráveis à homologação como um aviso,
        quando faltam apenas 30 dias para expirar o prazo, sendo um dos motivos
        que levaram o Ministério Público a solicitar o apoio da polícia.
        
        
        Inizio pagina
        

        Polícia
        Federal apreende armas em fazenda próxima à aldeia invadida
        14/3/2006
        
        A
        Polícia Federal apreendeu três espingardas, uma arma artesanal e
        cartuchos calibre 16, na posse denominada ‘Fazendinha’, próxima à
        aldeia Cumanã I. A operação foi realizada no último sábado, 11/3,
        após denúncia feita pelo Conselho Indígena de Roraima de que a
        comunidade tinha sido invadida por homens armados.
        
        
        A
        diligência foi comandada por Policiais Federais da Delegacia de
        Repressão a Crimes Contra o Meio Ambiente e Patrimônio Histórico, em
        operação conjunta com o INCRA  e
        a FUNAI, para verificar crime contra a coletividade indígena na região
        da Raposa Serra do Sol.
        
        
        A
        posse ‘Fazendinha’ fica a cerca de seis quilometros da aldeia
        Cumanã I, comunidade invadida no dia 9 de março por seis homens
        armados. Segundo denúncia do tuxaua Tedir alves, vice-coordenador da
        região de Surumu, “os homens entraram na aldeia atirando para o
        alto”. 
        
        
        Na mesma operação, além de encontrar armas, os
        policiais prenderam Otacílio Francisco de Sena, 51, por prática de
        crime ambiental.  Ele
        cortava, ilegalmente, madeira de lei dentro da terra indígena Raposa
        Serra do Sol. 
        
        
        Otacílio foi autuado em flagrante e conduzido à
        Penitenciária Agrícola do Monte Cristo, onde permanece à disposição
        da Justiça. Um moto-serra foi apreendido e encaminhado à
        Superintendência da Polícia Federal.
        Conselho
        Indígena de Roraima
        La
        Polizia Federale ha rinvenuto delle armi (probabilmente le stesse
        utilizzate nell'invasione di un villaggio indigeno). Ha inoltre arrestato
        un bianco, colpevole di tagliare illegalmente alberi dal territorio
        indigeno.
        Inizio pagina
        

        Aldeias
        da Raposa Serra do Sol temem novas invasões
        13.03.2006
        
As
        comunidades indígenas da terra Raposa Serra do Sol, principalmente da
        região de Surumu, temem por novas invasões como a ocorrida no dia 9 de
        março, na aldeia Cumanã I, quando seis homens armados adentraram a
        aldeia ameaçaram as famílias e dispararam tiros de revolver para o
        alto.
        
        
        Conforme
        divulgado pelo Conselho Indígena de Roraima – CIR, Funai e Polícia
        Federal estiveram na comunidade Cumanã I, no dia seguinte à invasão,
        mas os não-índios já haviam evadido do local. A PF abriu inquérito
        para investigar o caso.
        
        
        Depois
        de mais uma invasão violenta de comunidades da Raposa Serra do Sol, os
        líderes regionais e tuxauas estão em alerta máximo, principalmente
        com a proximidade do dia 15 de abril, prazo dado pelo Governo Federal
        para a retirada de todos os invasores da terra indígena.
        
        
        Integrantes
        de quatro Grupos de Trabalho – GTs, responsável pela avaliação das
        benfeitorias dos posseiros, têm recebido ameaças verbais para não
        continuarem o trabalho. Cada GT é composto por cinco servidores da
        Funai, Incra e Ministério da Agricultora.
        
        
        O
        CIR alerta a todas as autoridades brasileiras para o risco de novas
        invasões e agressões que correm as comunidades de Raposa Serra do Sol,
        enquanto não forem retirados todos os ocupantes não-índios da terra
        indígena.
        Conselho
        Indígena de Roraima
      Il CIR teme nuove invasioni di villaggi
      indigeni dopo quello occorso il giorno 9 quando alcuni uomini armati sono
      entrati nel villaggio sparando in alto e hanno minacciato gli abitanti.
      Gli addetti alla mappatura di tutti i beni costruiti dai bianchi nelle
      terre ora omologate (beni soggetti a indennizzazione) hanno ricevuto
      minacce da chi vuole impedire a loro di continuare il lavoro (il
      termine ultimo per la ritirata dei bianche è il 15 di aprile).
  
        Inizio pagina
      

        Lettera di
        Suor Leta 12 marzo 2006
Ieri é stata
        una giornata piena per tutto il clero e religiosi riuniti con il vescovo
        nuovo per uno scambio di idee prima della nostra Assembléia diocesana.
        Gli argomenti sono stati numerosi, ma fra le urgenze c'erano gli
        avvenimenti della Raposa Serra do Sol. Mentre la commissione dei 14
        indios sono in Brasilia per le inadempienze delle promesse del
        Governo nel processo homologatorio, due conunitá indígene del Cumanã
        I  e Nova Vitória che fanno parte della regione di Surumu,(il
        mattino del 09 marzo) sono state invase  da sei uomini
        armati di revolver, tirando in alto e minacciando di dar fuoco alle
        case. La notizia é stata denunciata alla Funai e alla Polizia Federale
        che promettono di  andare a vedere sul posto. Ci domandiamo se sta
        iniziando la stagione delle reazioni  dei rizicultori che
        hanno promesso resistenza armata a qualunque tentativa di ritirata
        compulsoria dalla terra indígena. I giornali di oggi negano tutto.
        Alle ore 18,30 di ieri 10 di marzo, una bella data da marcare, é
        avvenuta l'inaugurazione del Centro di cittadinanza "Nós
        existimos". La celebrazione é stata semplice, ma molto commovente
        perché questa casa sará lo spazio  degli "ultimi":
        indios, agricoltori e urbani, che si organizzano nelle pastorali
        sociali, in rete con tutte le forze positive, per lottare contro
        l'egoismo neoliberale e i suoi tentacoli. Un gruppo di indios hanno
        aperto la porta , preceduti dalla pagé  con il profumo del maruai
        (incenso che scaccia tutti gli spiriti cattivi ) e con  il canto
        della benedizione  in lingua macuxi.Fratel João Carlos
        Fernandes (spagnolo) che per due anni ha lavorato tanto, ha visto
        il sogno trasformarsi in realtá. Sentitevi protagonisti.
        Stamattina, noi missionarie della Consolata abbiamo iniziato la nostra
        Conferenza regionale con la nostra Madre Generale e Consigliera di
        Continente Suor Renata appena arrivate dall'Italia. Saremo perció,
        tutte  in Boa Vista  fino al giorno 21 di marzo. Saluti
        cordialissimi Suor Leta
        
Inizio pagina
      

Il
governo brasiliano caccia Sydney Possuelo, antropologo amico degli indios.
Marzo 2006
Dietro
le polemiche, lo sfruttamento dell'Amazzonia.
Fonte:
VERDI News, http://www.verdi.it
Essere
emarginati, o addirittura licenziati, per aver fatto il proprio dovere. In
un'epoca di smobilitazione delle politiche ambientali succede sempre più
spesso.
Fa un
certo effetto sapere che questo avviene anche nel Brasile del Presidente Lula.
In primo luogo perché il Brasile ospita la foresta amazzonica, il patrimonio
ambientale più emblematico del mondo. Ma anche perché il governo eletto nel
2003 è quello nel quale molti hanno investito grandi speranze di rinnovamento.
Il 20
gennaio scorso Sydney Possuelo è stato licenziato dalla FUNAI (Fundacao
Nacional do Indio), l'organismo governativo che in Brasile si occupa di tutelare
le popolazioni indigene minacciate di estinzione. La sua colpa è di aver
criticato il presidente della fondazione, Mercio Pereira Gomes, che aveva
sostenuto pubblicamente che in Brasile ci sono "troppe terre a disposizione
di pochissimi indigeni".
Una
frase sentita troppe volte, ma dalla voce delle multinazionali che tagliano le
foreste, dai cercatori d'oro e dagli allevatori interessati a creare pascoli
disboscando, e non dal presidente della fondazione che dovrebbe occuparsi di
quei "pochi" indigeni.
Ma è
più facile comprendere l'episodio nel suo contesto. Nella fase attuale il
Brasile è stretto tra diverse contraddizioni. Se, da un lato, ha raggiunto
importanti risultati sul versante delle politiche sociali, restano aperte
diverse emergenze economiche. Per lo stato federale l'Amazzonia rimane un
gigantesco giacimento di risorse, quindi di soldi per le casse statali,
piuttosto che un patrimonio da conservare. Ecco perché è diventato sempre più
difficile tutelare le popolazioni indigene. Ma Possuelo ha scelto di stare dalla
loro parte.
All'età
di 66 anni resta uno dei maggiori conoscitori di popolazioni indigene
dell'Amazzonia. Ha "scoperto" almemo sette tribù isolate, e questo è
considerato un ottimo medagliere nell'ambiente dei sertanistas, ovvero gli
esploratori etnografi attivi nella foresta amazzonica, che il più delle volte
ricoprono anche il ruolo di attivisti a difesa degli indigeni. Il contatto col
mondo esterno può essere fatale per quelle popolazioni, che possono essere
decimate da un semplice raffreddore. Ecco perché il lavoro di gente come
Possuelo è importante. I Verdi, alla presenza dei rappresentanti di Wwf e
Legambiente, hanno ospitato a Roma una conferenza stampa per denunciare il
degrado che minaccia le foreste abitate dai popoli indigeni e annunciare una
campagna europea che chiede al governo brasiliano di rivedere la decisione di
espellere Possuelo. Come segnala la co-portavoce dei Verdi europei Grazia
Francescato, nei territori indigeni sta prendendo piede una logica di
privatizzazione, che lo scorso primo febbraio si è materializzata con
l'approvazione di una legge che "affitta" l'Amazzonia alle imprese
private. Tredici milioni di ettari di foreste vengono cedute in regime di
concessione per quarant'anni, lo stato prevede di ricavare 1,9 miliardi di reais
in dieci anni. Le imprese potranno ricavarne legno, potranno sfruttare i
giacimenti d'oro, o realizzare coltivazioni di soia, che per giunta è
transgenica, precisa il coordinatore del partito ecologista Angelo Bonelli.
Nulla di più distante dagli interessi delle popolazioni indigene.
Con la
cacciata di Possuelo, il cui lavoro è stato documentato da un ricco reportage
del National Geographic oltre che riconosciuto dalle Nazioni unite, si completa
quello che Bonelli definisce un balzo indietro di trent'anni nel rapporto tra lo
stato brasiliano e gli indigeni. L'Amazzonia, sostengono gli ecologisti, non può
essere una responsabilità solo brasiliana. In un momento di difficoltà
economica come questo, il Brasile mette mano alle sue risorse più preziose, che
rischiano di andare perdute per sempre. Per questo, suggerisce Gaetano Benedetto
del Wwf, occorre aiutare il Brasile a fare a meno dei soldi che intende ricavare
dall'Amazzonia. La stessa legge approvata il primo febbraio proclama l'intento
di proteggere la foresta, ma gli ambientalisti fanno notare che concedere lo
sfruttamento a un pugno di multinazionali non è forse il modo migliore. Come
spiega Roberto della Seta di Legambiente, non si può immaginare una vera tutela
delle foreste senza rendere protagoniste le comunità che abitano quelle
foreste. Nel corso della sua carriera di coordinatore generale degli Indios
isolati, Possuelo ha ottenuto il riconoscimento di 266 demarcazioni di terre
indigene. Oggi si assiste alla polverizzazione di quelle conquiste, denunciata
anche dall'Associazione nazionale degli antropologi, che ha ritirato i suoi
rappresentanti dal Consiglio indigeno attivo presso il governo. Troppe terre per
pochi indigeni, questa è la polemica del giorno in Brasile. Ma anche il numero
degli indigeni è oggetto di discussione. Ottocentomila secondo l'Istituto
brasiliano di geografia e statistica; quasi la metà secondo le cifre ufficiali
della FUNAI, che ha scatenato la polemica, dimenticando le conquiste di appena
quindici anni fa quando, con la costituzione del 1988, il Brasile mise nero su
bianco i diritti dei popoli indigeni. Oppure l'accordo del 1996, raggiunto
presso l'IUCN, l'Unione mondiale per la conservazione della natura, che
attribuiva agli indigeni il diritto al controllo delle loro terre. Possuelo
riflette sconsolato: "A oltre cinquecento anni dalla conquista, ancora non
siamo capaci di vivere in pace con le popolazioni indigene".
        Inizio pagina